mercoledì, marzo 10, 2010

I veri vampiri siamo noi

Contributo di Ivan sul tema dei vampiri! - R.

Ormai è diventata un'ossessione. Chiunque sia entrato in una libreria nell'ultimo anno non può non aver notato quanto questi negozi ormai assomiglino sempre più a delle macellerie, con banchi e scaffali che letteralmente grondano sangue. Vampiri ovunque... ma quanto è lontano il "pallido conte" di Stoker dai vampiri attuali. Sì, perché oggigiorno i succhiasangue sono bellocci, inevitabilmente adolescenti e tutti in piena tempesta ormonale.
Quindi cosa possiamo fare? Come possiamo salvarci da quest'invasione di "principi (azzurri) delle tenebre"?
Semplice, rifiutiamo di accettare questa deprimente e insulsa visione contemporanea del succhiasangue, frughiamo nei recessi delle nostre librerie e riportiamo alla luce quei vecchi libri, polverosi e ormai ingialliti, che ci hanno tenuto compagnia nei bei tempi passati, nei quali gli uomini erano uomini e i vampiri erano vampiri.
Il primo dei due libri che ho riesumato oggi è un Mammut Newton, vecchio di diciassette anni dal titolo prosaico: "Storie di vampiri". In oltre mille pagine, questo tomo raccoglie settanta titoli, tra racconti e romanzi brevi, che, nelle intenzioni dei curatori (gli inevitabili Gianni Pilo e Sebastiano Fusco), rappresentano il meglio di due secoli di scritti dedicati ai Signori della Notte.
Nella prima parte, intitolata "Prima di Dracula", troviamo una raccolta di racconti scritti tra la fine del Settecento e la seconda metà dell'Ottocento. Così, passando tra gli immancabili Polidori e Le Fanu, potremo sorprenderci nel leggere racconti di Gogol, Tolstoj, Maupassant e Dumas e scoprire che praticamente non esiste scrittore del XIX secolo che non si sia confrontato con i vampiri.
La seconda parte, "L'avvento di Dracula", ci offre una serie di racconti scritti tra l'Ottocento e in Novecento e firmati da alcuni dei nomi più noti della letteratura fantastica: Stoker, Hodgson, Del Rey, Conan Doyle, Hoffmann Price, Derleth...
"Gli eredi di Dracula" ci mostra il vampiro dal punto di vista degli scrittori della prima metà del Novecento, tra cui spiccano sicuramente Bloch, Seabury Quinn e Ashton Smith.
L'ultima parte, "Dracula domani", raccoglie alcuni racconti che rappresentano una "contaminatio" tra la fantascienza e l'horror e, su tutti, spicca "La città dei Vampiri", un romanzo breve di Van Vogt.
Il secondo libro che ho riportato alla luce è un Urania del '99: "Vamps". Il tascabile raggruppa tre racconti di Norman Spinrad sulla figura del vampiro nel mondo di oggi e di domani. Degno di nota è soprattutto il divertentissimo "Tossicovampiri": cosa accadrebbe se Dracula in persona arrivasse nella New York di oggi e, per sventura, si cibasse di una eroinomane?
Entrambi i libri sono purtroppo fuori stampa, ma in entrambi i casi vale sicuramente la pena fare una ricerca e cercare di accaparrarseli.

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