giovedì, dicembre 10, 2009

Le guerre in Gallia - "De bello gallico" (Cesare)

Prima recensione di Riccardo Guerra! Buona lettura.

La figura di Giulio Cesare ha sempre suscitato un'idea di grandezza; la figura del grande condottiero romano è sopravvissuta intatta al passare dei secoli e leggendo questo straordinario resoconto storico si riesce a capire bene il perché.
Giulio Cesare ci racconta delle proprie campagne nella Gallia transalpina, trasmettendoci nel dettaglio le proprie impressioni nell'incontrare le più svariate popolazioni d'oltralpe, con il loro usi e costumi così diversi dalla tradizione latina.
Pur senza disdegnare descrizioni dettagliate riguardanti i luoghi e i popoli incontrati durante le campagne militari, il libro è prettamente incentrato sull'aspetto bellico; l'impero romano è in quegli anni severamente impegnato da continue ribellioni e guerre da ogni angolo dei territori transalpini, dalle Alpi alla Manica, dal Reno all'Atlantico; in questo contesto di ribellione e belligeranza Cesare dimostra tutta la sua abilità sia in campo militare che diplomatico, evitando lo scontro deliberato quando possibile ma senza tirarsi indietro quando è necessario mostrare ai barbari la grandezza e la potenza di Roma.
La superiorità dell'esercito romano è basata sulla migliore organizzazione delle legioni, delle coorti e dei soldati. Inoltre le superiori conoscenze nel campo dell'ingegneria permettono alle armate romane di passare fiumi, paludi e valici montani in minor tempo e di portare assedi organizzati che si rivelano fatali per le popolazioni nemiche.
I comandanti romani e i luogotenenti di Cesare si distinguono per coraggio e capacità di comando in terre così lontane e avverse, sia per conformazione del territorio, che per condizioni atmosferiche e climatiche.
Cesare stesso è a sua volta il degno comandante dell'esercito più potente del mondo allora conosciuto. Egli si distingue in particolare per la rapidità nell'organizzare le truppe e di sedare rivolte. Amatissimo dai legionari, sa farsi rispettare per la sua capacità di essere un capo generoso e giusto: non dimentica mai di dare premi e onori alle proprie truppe che lo ricambiano seguendolo fedelmente nelle più ardue imprese, che sfociano addirittura nello sbarco in Britannia e in alcune eroiche sortite in territorio germanico oltre il Reno. La sua sola presenza sembra garantire la vittoria anche nelle situazioni più critiche.
Le indomite popolazioni galliche non si sottomettono facilmente e impegnano Cesare e le legioni romane duramente nel corso degli anni; tra tutte le guerre descritte e ricordate, spicca per numero di truppe schierate per importanza storica la battaglia di Alesia dove il comandante Vercingetorige raduna popoli e soldati da ogni angolo della Gallia per scacciare definitivamente l'invasore romano. E' il momento decisivo per Cesare di dimostrare una volta per tutte la potenza e la gloria dell'impero romano. Sarà l'inizio della fine per la Gallia.
L'edizione Mondadori con testo a fronte mi pare di buona qualità e costa poco.

domenica, novembre 22, 2009

Amber

Una frase che sento spesso è "a me non piace il fantasy". A ben vedere non è sorprendente visto quello che passa il mercato al giorno d'oggi, ma il fantasy non è solo elfi e orchi o storie di vampiri per ragazzine in crisi ormonale.
Parliamo allora di una saga che non può mancare nel bagaglio culturale di un vero appassionato: le cronache di Amber di Roger Zelazny. Si tratta di una serie di dieci romanzi, divisi in cinque più cinque, ma non spaventatevi: non sono così lunghi (non è Jordan) e alla fine vi rammaricherete che siano così pochi. Serve subito un avvertimento: tecnicamente la saga è incompiuta, ma si interrompe alla conclusione di una grande avventura, per cui non sarete lasciati nel bello dell'azione. Rimangono pressoché sconosciuti i piani di Zelazny per tirare le fila e chiudere la storia.
Veniamo alla trama. I primi cinque romanzi narrano le vicende di tale Corwin: dal suo risveglio in ospedale senza più un ricordo lo seguiamo nelle sue avventure fino a giungere ad Amber, l'unica vera città di cui tutte le altre sono solo un riflesso. Tra battaglie campali e scontri spada in pugno Corwin dovrà quindi misurarsi con i suoi ambiziosi fratelli prima, con le creature partorite dal caos poi, non senza passare dei brutti momenti. Dopo la progressione mozzafiato arriviamo alla conclusione con conseguente battaglia per le sorti del mondo tutto.
Nei rimanenti romanzi si passa al figlio, Merlin, e di nuovo si parte dal nostro mondo per esplorare più in dettaglio il mondo di Amber e affrontare nuovi nemici. Nonostante la dimensione epica della prima serie, questa seconda parte non è certo da meno e i nemici da affrontare sono davvero formidabili, per non parlare poi degli amici che spesso sono delle belle gatte da pelare.
I personaggi sono molto ben strutturati e complessi: Corwin stesso, pur essendo certamente un "buono" non è il trito e ritrito eroe senza macchia. Lo vediamo augurare sventure e calamità al regno che voleva conquistare quando si vede sconfitto, o ferire a morte un nemico in battaglia con un trucco di bassa lega e alle proteste di questi rispondere "beh, non siamo mica alle Olimpiadi". E' certamente però un personaggio estremamente affascinante. Idem per Merlin, che si troverà spesso a decidere le sorti dell'universo scegliendo una strada invece che un altra più per sfida o per ripicca che per ragionamento. Non vorrei esagerare ma molti degli altri personaggi, anche secondari, sono veramente indimenticabili.
La trama è molto ben gestita: c'è uno schema generale che ci porta in avanti, di conflitto in conflitto, ma ad ogni istante si dirama una piccola o grande avventura che mette alla prova i nostri eroi.
L'ambientazione è molto particolare: innanzitutto Zelazny è un autore abilissimo nel rivisitare miti già esistenti (vedi il bellissimo Il Signore della Luce) e nella saga salta fuori un po' di tutto, dai cavalieri di re Artù al gatto del Cheshire. Gli elementi originali sono però molti e sicuramente geniali: il viaggiare tra le Ombre, i Tarocchi, i riflessi di Amber, il Gioello del Giudizio...
Da ricordare per finire l'omonimo gioco di ruolo diceless, che non abbiamo mai provato! Leggete che poi un'avventura a Amber ce la giochiamo.

giovedì, novembre 19, 2009

Uno strumento per i fanatici bibliofili

Ciao a tutti.
In attesa della prima recensione (chi sara? l'attesa ci distrugge...) ho pensato di segnalarvi uno strumento web indispensabile per i bibliofili: anobii.
Il meccanismo è semplice: create un account e iniziate a aggiungere alla vostra libreria on-line i libri che avete in quella reale, a casina vostra. Al solito potete cercare i libri da aggiungere con titolo, autore, etc, ma la cosa più comoda è semplicemente fare una lista degli ISBN e inserire quella, al resto pensa poi anobii. In un secondo tempo potete specificare se il libro vi è piaciuto, scrivere una piccola recensione, gestire i libri che prestate o addirittura venderli. Tutti i dati che inserite possono essere poi esportati sul vostro pc.
Per il resto il funzionamento è quello tipico (e perverso) dei social network: avete gli amici, le persone che seguite, potete lasciare messaggi etc.
Vi avverto però: presto vi troverete a tornare a casa dalla libreria con i vostri acquisti per finire direttamente davanti al pc a inserire i nuovi arrivati.

domenica, novembre 15, 2009

Primo post - FAQ

Benvenuti!
"Il Grimorio dei Draghi" è il blog di cultura fantastica gestito dai membri del circolo "Il Sentiero dei Draghi", dedicato principalmente a recensioni di libri,film e fumetti di ispirazione fantastica, alla pubblicazione di racconti autoprodotti e quant'altro.

Come posso partecipare?
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Hey! Chi ha modificato/corretto/cancellato il mio post?!
L'amministratore. Che ha sempre ragione!

Il post XYZ dice che Dan Brown fa schifo. A me piace!
I post rappresentano le opinioni personali dei rispettivi autori! Questo è un blog collaborativo, per cui leggete anche i commenti al post e, se volete, commentate. Detto questo sì, Dan Brown fa schifo.

Perché il mio post è stato censurato? E' perché ho scritto "◼◼◼◼◼"? Non è una parolaccia, lo dicono persino al telegiornale ormai.
Uno dei motivi per cui non guardo la televisione. Se volete partecipare, moderate il linguaggio. Sennò: io cancello.