lunedì, febbraio 22, 2010

Fine degli acquisti di libri all'estero?

Ovvero "come fanno le Poste a pagare gli interessi ai correntisti?"

Premessa: da almeno 10 anni compro occasionalmente libri dall'estero, 2 volte l'anno circa, principalmente da Amazon. Mai avuti problemi di sorta. Le uniche noie sono capitate una volta in cui a mia insaputa uno dei libri che ho acquistato aveva in omaggio un CDROM contenente testi aggiuntivi, su cui sono stato stroncato.

Veniamo al fattaccio. Oggi mi arriva fresco fresco l'ultimo acquisto da Amazon, con una bella sorpresa: più di 14 Euro di "spese di spedizione". Da dove viene questo salasso-rapina-taglieggio, visto che in 10-anni-10 non ho mai pagato una lira per pacchi di soli libri? Informiamoci allora!

Prima gli indizi, Holmes.
Pacco A: leggo dal fogliettino (pezzo di cartaccia stampato in b/n marcato "Poste Italiane" e "Linate"):
  • Presentazione in Dogana: 2.5 Euro
  • Spese postali: 3 euro
  • Dazio (su 34.4 euro) : 0
  • IVA 4% (su 34.4 euro) : 1.38 Euro
  • Totale: 6.88 Euro
Pacco B: simile, totale 7.6 Euro per 2.1 Euro di IVA.

Riepiloghiamo gli indizi:
  • la maggior parte dei soldi vengono presi dalle Poste
  • qualche soldino se ne va in tasse
  • nessun soldo va alla Dogana!
Abbiamo degl indizi preziosi, possiamo passare all'indagine.

Informazione 1: cercando un poco in rete mi si informa che le Poste hanno realizzato un vantaggioso (per loro) accordo con la Dogana, per cui adesso si occupano loro dello sdoganamento delle spedizioni postali. Il lucro delle Poste è facilmente calcolabile: per un misero versamento allo Stato di neanche un Euro e mezzo pago alle Poste 7.5 Euro fissi.

Informazione 2: attenzione ai dettagli, il dazio doganale è zero. In effetti dal sito delle poste leggo:
Il Regolamento CE n.274 del 2008 innalza la franchigia ai fini dei Dazi doganali da euro 22,00 ad euro 150,00. Analogo aumento non è stato previsto per la franchigia ai fini dell'IVA che, ai sensi del succitato Decreto Ministeriale n.489/97, e coerentemente alle previsioni dell'art. 1, punto 2 della direttiva 88/133/CEE, resta fissata in euro 22,00.
Mi pare quindi di capire che
  • forse la Dogana faceva pochi controlli a campione o non si scomodava per l'IVA per pacchi su cui il dazio era zero, risparmiando al ricevente di pacchetti da quattro soldi di spendere 10 volte in spese quello che deve pagare di IVA (cosa che ripeto mi era invece capitata con i pacchi contenenti CDROM). Oppure sono stato molto fortunato fino ad adesso.
  • le Poste sono, o sono diventate ultimamente, molto più diligenti ovvero con altre parole "mangiano il mangiabile senza vergogna alcuna".
Informazione 3: i 5.5 Euro sono per spese di "presentazione" e "postali" per lo sdoganamento, ma le Poste non forniscono bolla di sdoganamento, ma solo tale pezzo di cartaccia privo di alcun valore che trovo un pelino, come dire, costoso.

Informazione 4: la cara Amazon mi ha spedito 2 pacchi per un solo ordine, a spese sue, perché parte della merce non sarebbe stata spedita in 24 ore e voleva velocizzare. Il resto infatti è stato spedito entro 72 ore! Gasp, che ritardo! Grazie Amazon, ho apperzzato il pensiero, ma risparmiati le gentilezze per chi le merita.

Aggiornamento: che mi sono preso? Ma sì, la nota dolce ci vuole. Di narrativa ho preso
  • Welcome to the monkey house, di Vonnegut
  • Tales of Old Earth e
  • The dog said bow-wow, di Michael Swanwick.
Tutti racconti!

2 commenti:

Ivan ha detto...

Questa purtroppo è una storia vecchia. Anni fa comprai un pacchetto software in Australia al prezzo di 750 Euro (sì, non fate quella faccia, esiste anche chi compra software originale). Non sapevo della faccenda dei dazi, quindi potete be immaginare la mia sorpresa quando arrivò il pacco e mi lanciarono in grembo il "conto".
Piansi.
Da allora non compro più niente fuori dall'Unione Europea.
Domanda: perché non comprare da Amazon.uk?

Riccardo ha detto...

Amazon.com era abbastanza più economica, ma se stanno così le cose...